venerdì 29 ottobre 2010

La sicurezza in ufficio

Queste informazioni sono state tratte da: https://wwwepp1.suva.ch

Anche nel caso del lavoro in ufficio, la responsabilità complessiva per la sicurezza e la tutela della salute sul lavoro ricade sul datore di lavoro.
È suo compito provvedere affinché siano rispettate le disposizioni di legge in materia.
Nemmeno questo tipo di attività è immune da infortuni. Infatti ai collaboratori può capitare di inciampare in un cassetto lasciato aperto o in un groviglio di cavi, di cadere dalle scale o da una sedia da ufficio impropriamente usata come ausilio di salita, oppure di soffrire di contratture muscolari e dolori alla schiena a causa di una scorretta posizione al videoterminale. Questi sono solo alcuni esempi di quanto la sicurezza sul lavoro e la tutela della salute siano importanti per ogni tipo di azienda, indipendentemente dall'attività svolta.
La pubblicazione che qui potete scaricare è stata pubblicata dal SUVA e si rivolge alle aziende del settore terziario che impiegano solo personale d'ufficio e le cui attività non comportano pericoli particolari, mostrando dove si celano i pericoli d'infortunio e i rischi per la salute e spiega come affrontarli.
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N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutti i lavoratori.

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Questo testo è reso pubblico sotto una Licenza Creative Commons

venerdì 22 ottobre 2010

La prevenzione nel carico e scarico di container e cassoni

Queste informazioni sono state tratte da:http://www.puntosicuro.it

Una lista di controllo (emessa dal SUVA) dedicata alla prevenzione di infortuni nelle attività di carico e scarico di cassoni, container per rifiuti e press container. Sollevamento, trasporto e scarico dei container. La pressione del carico e il rischio ribaltamento.

I contenitori scarrabili o ribaltabili (container, cassoni, contenitori chiudibili) subiscono spesso forti danneggiamenti perché vengono sollevati con gru o escavatori oppure per la natura stessa del carico. I contenitori danneggiati sono una causa frequente di infortuni gravi. Perciò è importante ripararli o rottamarli immediatamente. In nessun caso devono essere riutilizzati per altri trasporti, nemmeno internamente all’azienda.

Il proprietario oppure, in sua vece, il detentore, è responsabile delle condizioni dei contenitori. Con una corretta manutenzione potete contribuire in misura signifi cativa alla sicurezza, non solo dei vostri collaboratori, ma anche di persone terze (trasportatori, utenti).
I pericoli principali sono
■ essere colpiti da sportelli che si aprono
■ caduta di persone dal container
■ schiacciamenti o urti di parti del corpo, ferite da taglio.
Con la seguente lista di controllo potete individuare meglio queste fonti di pericolo.

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N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutti i lavoratori.

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martedì 12 ottobre 2010

Linee Guida per la gestione del rischio da CARRELLI TRASPORTATORI

Queste informazioni sono state tratte da: http://www.ulss5.it/

I carrelli trasportatori sono spesso implicati in incidenti che comportano gravi lesioni ai lavoratori ed anche notevoli danni alle cose.
Questa pubblicazione (che è attuale anche se è stata pubblicata nel 2002) è rivolta ai Dirigenti ed ai Lavoratori che nelle Aziende hanno il compito, per le rispettive competenze, di assicurare la gestione dei rischi per la sicurezza dei lavoratori in una logica di prevenzione.
Quindi i principali destinatari sono tutti i soggetti ai quali le Norme di Prevenzione Infortuni attribuiscono la responsabilità di organizzare e gestire la Sicurezza nell'Azienda:

  • I Datori di Lavoro (DL) in quanto a loro compete il compito di stabilire in linea generale le modalità di esecuzione e gestione di tutte le attività eseguite dai Lavoratori nell'azienda secondo una logica di programmazione che integri in modo coerente gli strumenti ed i metodi della prevenzione con le strutture, le tecniche operative e l'organizzazione del lavoro degli specifici cicli produttivi.
  • I componenti della Direzione Aziendale (DA) con compiti operativi nella gestione della produzione (i Responsabili dei Servizi di Prevenzione e Protezione (RSPP) aziendali, ma anche tutti i Dirigenti e i Preposti: Capi Fabbrica, Capi Reparto, Capi Squadra, ecc.)
  • Tutti gli altri Lavoratori svolgono un ruolo decisivo,in particolare il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza (RLS).

La pubblicazione, che potete scaricare da questo link è un utile strumento operativo per conseguire gli obiettivi di sicurezza dell'azienda e fornisce le principali indicazioni metodologiche che possono essere utili per progettare, mettere in pratica e mantenere a regime un sistema che organizzi il ciclo di produzione,le persone e le attrezzature in modo da garantire una efficace gestione dei rischi di infortunio connessi all'uso dei carrelli trasportatori nei luoghi di lavoro.

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domenica 10 ottobre 2010

Porte, cancelli e portoni

Queste informazioni sono state tratte da: https://wwwepp1.suva.ch

I pericoli insiti nell’uso di porte, cancelli e portoni vengono spesso
sottovalutati. Tuttavia, gli infortuni possono avere conseguenze molto
gravi, a volte mortali soprattutto con i portoni più grandi.
I pericoli principali sono i seguenti:
■ schiacciamento,
■ essere travolti dalla caduta della porta,
■ restare feriti durante l’eliminazione dei guasti o la manutenzione.
Con la lista di controllo che potete scaricare qui potete gestire meglio queste
situazioni di pericolo.
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N.B.: Gli eventuali riferimenti legislativi contenuti nel documento originale riguardano la realtà svizzera, i suggerimenti indicati possono essere comunque di utilità per tutti i lavoratori.

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Questo testo è reso pubblico sotto una Licenza Creative Commons

sabato 9 ottobre 2010

L'approccio LEAN e la funzione qualità

L'approccio "Lean" si innesta in azienda sulla base di sfide economiche chiaramente espresse. Si tratta quindi di migliorare le prestazioni, ottimizzando le risorse ed avviare la caccia agli sprechi.

Ma la funzione qualità che molto spesso è lo sponsor di tali iniziative, in che modo può dare l'esempio? In che modo può essa stessa essere più efficiente?
Ci sono quattro approcci possibili, che possono essere espressi nei seguenti obiettivi: "fare di più", "fare meglio", "fare altrimenti" "rendere più semplice".
- Per "fare di più" la funzione qualità dovrebbe per esempio, organizzare o animare più incontri di prevenzione, trattare gli eventi indesiderati entro il tempo previsto, eseguire più audit, coinvolgere più persone, essere più presente sul campo, rispondere più rapidamente alle richieste.... Nota Bene: non si tratta di fare di più per "aggiungere", ma di sforzarsi nell'essere più efficaci (vedere anche gli approcci "fare altrimenti" e "rendere più semplice")
- Per "fare meglio" la funzione qualità dovrebbe per esempio, trattare gli eventi indesiderati "fino in fondo", coinvolgere il cliente nelle riunioni di lavoro e di "Brainstorming" per il miglioramento del servizio e della qualità. Questo significa imporre a se stessi disciplina e controllo.
- Per "fare altrimenti" la funzione qualità dovrebbe per esempio, cambiare atteggiamento, ascoltare di più, accettare le critiche, smettere di 'fare'. Quindi fare altrimenti significa, modificare il proprio comportamento per indurre il cambiamento nel comportamento di altri.
- Per "rendere più semplice" la funzione qualità dovrebbe per esempio, semplificare il flusso dei documenti, facilitare la ricerca di un documento, diminuire il numero di documenti, o facilitarne l'accesso, avviare "azioni Correttive" quando necessario e fattibile. Si tratta quindi di modifciare il fare per soddisfare meglio le esigenze dei clienti e nel rispondere ai vincoli definiti dai vari attori sulla scena della qualità.

L'approccio lean applicato alla funzione qualità si può sintetizzare nell'avvio volontario della caccia agli spechi nella gestione del sistema qualità e nel trasformare il modo di essere della funzione qualità.

Questo testo è stato tradotto liberamente da un articolo del blog "http://blogqualite.over-blog.com/" e mostra in trasparenza i difetti più comuni di chi si occupa di qualità; è un approccio essenziale perché ovviamente il miglioramento passa sempre attraverso l'analisi dei difetti e nella ricerca delle cause. Correttamente, quest'ultima azione non può essere generalizzata perché deve essere fatta dai singoli nel proprio contesto.
Programma impegnativo?... cosa ne pensate?

mercoledì 6 ottobre 2010

L'aggiornamento dei RSPP

Queste informazioni sono state tratte da: http://www.puntosicuro.it

L’obbligo di aggiornamento per i RSPP e gli ASPP è fissato dall’art 32 comma 6 del D. Lgs. 9/4/2008 n. 81 e la durata e le modalità sono state stabilite, su delega del legislatore, dalla Conferenza Stato Regioni nell’ambito dell’Accordo raggiunto in data 26/1/2006 e pubblicato sulla G. U. del 14/2/2006. Più precisamente, secondo quanto indicato al punto 3. del citato Accordo, la durata dei corsi di aggiornamento per i RSPP è stata stabilita in:
  • 60 ore per i macrosettori di attività Ateco 3, 4, 5 e 7
  • 40 ore per i macrosettori di attività Ateco 1, 2, 6, 8 e 9 e
  • 100 ore per quelli che vogliono svolgere l’attività in tutti i macrosettori
e per quanto riguarda gli ASPP
  • 28 ore per tutti i macrosettori Ateco.

La formazione di aggiornamento stessa, secondo quanto esplicitamente indicato nel punto 3. del citato Accordo del 26/1/2006, può essere fatta anche con la formula della FAD e cioè della formazione a distanza.

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